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Ogni incontro è un’opportunità.

Ciascuno di noi è per l’altro (e viceversa) un’opportunità; a pensarci bene, unica, insostituibile, irripetibile.

Lasciarsela sfuggire (peggio: rifiutarla, negarla) è un’offesa, un oltraggio alla vita.

L’incontro, ogni incontro, non è mai casuale; attraverso di esso la vita ci parla, vuole dirci qualcosa.

Sta a noi cogliere questo qualcosa e utilizzarlo nella maniera giusta, farcene in qualche modo trasformare.

Se non lo facciamo, il rifiuto di questa opportunità prima o poi lo pagheremo; a volte duramente.

© Giovanni Lamagna

Sesso e consenso.

Nel sesso tutto è moralmente (oltre che giuridicamente) lecito, se incontra il consenso libero dell’altro/a e se non offende la sensibilità, il “senso del pudore” di terzi.

Sono leciti tutti i desideri, tutte le fantasie, tutte le parole, tutte le posizioni, tutte le situazioni, perfino quelle che una volta la psichiatria giudicava “perversioni”.

Dal momento che – come ci hanno insegnato Freud e la psicoanalisi, rivoluzionando la psichiatria classica – la sessualità umana, al contrario di quella bestiale, è per sua natura “perversa e polimorfa”.

Nel senso che l’uomo riesce, quando vuole, a separarla (perciò, “perversa”) dal suo scopo biologico primario, quello della procreazione, ed è capace di viverla nelle forme più varie e diverse (perciò, “polimorfa”).

Ovviamente per consenso libero si intende un consenso non comprato, non ricevuto per circonvenzione d’incapace, né, tantomeno, estorto con la violenza fisica o morale.

Ogni riferimento a Silvio Berlusconi (pace all’anima sua!) è puramente casuale; anche se la sua morte recente mi ha dato lo spunto per questa riflessione.

© Giovanni Lamagna

Dio e/o inconscio.

Ciò che gli uomini chiamano da vari millenni “Dio” o “divino” per me altro non è che l’inconscio.

Nel duplice senso di “ciò che ci è ancora sconosciuto” e di “ciò che un tempo abbiamo conosciuto, ma abbiamo poi rimosso”.

L’aspirazione al “divino”, all’unità con Dio, altro non è che il desiderio di rendere conscio l’inconscio.

Il freudiano “Laddove c’era l’Es ci sarà l’Io” è dunque un movimento di natura squisitamente religiosa.

Direi (quasi) un’esperienza mistica.

Di espansione (volendo, continua e interminabile) del Sé cosciente, consapevole.

Qui l’allusione al concetto di “analisi terminabile e interminabile” di Freud, con tutta evidenza, non è casuale, ma del tutto voluto.

© Giovanni Lamagna