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La “scopata” come forma di “conversazione alta”.

A me non è mai bastata la semplice scopata.

In fondo non ne sono mai stato attirato.

E, quando mi è capitata, non ne sono mai rimasto del tutto soddisfatto.

Per me la scopata (che, a questo punto, faccio fatica a chiamare ancora così) è stata sempre una forma di “conversazione” alta, cioè un’azione di “con-versione” verso l’altro (nel mio caso: una donna), intima, profonda, per entrare in lei e coglierne il mistero, per aprirmi a lei e regalarle il mio mistero.

Con questa aggiunta e particolarità: che nella “scopata” la “conversazione” non è fatta solo di parole, ma anche (anzi, soprattutto) di gesti, carezze, baci, abbracci…

Quindi di piaceri, sensazioni, emozioni non solo affettive ed intellettuali, spirituali, ma anche corporee.

È fatta di spirito e di carne, di anima e di corpo.

Insomma, il massimo del massimo!

© Giovanni Lamagna

Apparire.

Noi abbiamo il dovere non di apparire belli e piacenti agli occhi degli altri (se non lo siamo, non possiamo neanche apparirlo), ma di mostrarci quantomeno al meglio di noi stessi, delle nostre potenzialità, sia fisiche che spirituali.

Se vogliamo davvero loro bene.

L’occhio (sia quello fisico che quello spirituale) vuole, infatti, la sua parte.

Quindi lo dobbiamo fare non (solo) per narcisismo.

Che poi – entro certi limiti – è del tutto lecito; infatti, anche il nostro occhio (sia interiore che esteriore) vuole la sua parte.

Ma (anche e, forse, soprattutto) per altruismo.

Se vogliamo fare stare bene gli altri, quando stanno con noi.

© Giovanni Lamagna

Letterina di Pasqua 2023

Io non credo in nessun Dio che risorge.

Credo però nella possibilità che l’uomo possa rialzarsi dalle sue cadute,

che ogni giorno possa diventare una persona un poco migliore.

Credo nei piccoli passi, nei piccoli gesti,

quelli che appena si notano

o non si notano per nulla

ma che, a lungo andare, fanno la Storia.

Non credo nei miracoli: quelli soprannaturali.

Credo però che un sorriso, una carezza,

la parola giusta detta al momento giusto,

un gesto di aiuto, un atto di solidarietà,

la fraternità, l’amicizia, l’amore

possano fare miracoli: quelli naturali.

Simili al seme che prima muore e poi dà frutto,

all’arcobaleno che colora il cielo dopo la tempesta,

al sole che risorge ogni giorno,

al corpo stanco che va dormire la sera e

si risveglia fresco e riposato la mattina dopo,

al tempo che guarisce molte ferite, corporali e spirituali.

Queste sono le resurrezioni in cui credo!

© Giovanni Lamagna