Archivi Blog
Invidia del pene?
Ogni essere umano vive una mancanza, si sente mancante di qualcosa: è normale!
“Mancanza”, però, non è sinonimo di “mutilazione”; né sul piano psicologico, né, tantomeno, su quello fisico.
Quindi ha senso, ha un suo fondamento, affermare – come ha fatto Freud – che le donne avrebbero “l’invidia del pene”.
A patto, però, di ipotizzare – per analogia – che anche gli uomini hanno invidia di qualcosa; ad esempio, “l’invidia del seno”.
Come sembra dimostrato – in modo inequivocabile – dalla conversazione tra Marco e Paola di qualche giorno fa: “Mamma, vorrei avere anche io le tette come le hai tu; perché non sono nato femmina?”
© Giovanni Lamagna
Potere di seduzione.
Le donne hanno un grande potere di seduzione sugli uomini.
Per carità, anche gli uomini lo hanno sulle donne.
Ma il potere di seduzione delle donne risalta di più rispetto a quello dell’uomo.
Perché è un potere tutto e solo psicologico, anche quando si avvale del corpo (ad esempio, della bellezza del corpo), perché non può, anche se volesse, fondarsi sulla forza, predominanza fisica.
Mentre il potere dell’uomo si fonda da sempre, storicamente, innanzitutto, sulla forza, si avvale anche (e, in certi casi, soprattutto) di un’oggettiva maggiore forza fisica rispetto a quella della donna.
© Giovanni Lamagna
Esistere e desistere.
Penso che il termine col significato opposto a quello di “esistere” sia quello di “desistere”.
L’atto di “esistere”, infatti, non corrisponde al semplice “vivere” (o, meglio, sopravvivere), ma ad una precisa, determinata volontà/decisione/scelta di vivere, di “stare” (anzi re-stare) in questo mondo.
Espresse significativamente dal prefisso “ex”, che sta a significare una volontà di uscire dal semplice “stare”.
Che è, invece, un trovarsi qui, nel mondo, dopo esservi stato “gettato” per caso col nascere, ma restandoci senza fare una scelta, bensì per semplice inerzia, dunque sopravvivendo e non vivendo.
Il “desistere” esprime, invece, l’atto esattamente opposto a quello di “esistere”: è quasi un dimettersi dallo stare qui, nel mondo.
E’ un uscire (di fatto) dallo stato del vivere (se non in senso fisico, quantomeno in senso psicologico), espresso molto bene dal prefisso “de”.
© Giovanni Lamagna