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Due modi di leggere.
Ci sono due modi di leggere.
Uno è il modo che definirei dell’evasione.
Leggendo in questo modo, ci si trasferisce in un altro mondo.
Per un qualche tempo – più o meno lungo – ci si allontana dal proprio mondo – più o meno felice, più o meno triste – e si sogna di stare da un’altra parte.
Poi, terminata la lettura, si ritorna nel proprio mondo, come se nulla fosse nel frattempo successo; come se la lettura fosse stata un semplice sogno, che, appena svegli, si mette subito da parte.
Questo tipo di lettura è caratterizzato dal divertimento, dal relax, dal riposo; è in fondo un hobby come altri.
Che non dico non lascia niente, ma certo non trasforma la persona lettrice.
Il secondo modo di leggere è quello dell’incontro, dell’avventura, del viaggio.
Leggere in questo modo significa incontrare persone – in primis l’autore del libro – ed esplorare terre sconosciute.
Conversare – in maniera ovviamente virtuale, ma non per questo irreale – con le persone incontrate e fare esperienze emotive e intellettuali.
Da questi incontri e da queste esperienze si esce sempre trasformati.
Dopo questo secondo tipo di lettura non si è più le stesse persone di prima, si è persone in qualche misura, più o meno profonda, nuove.
Non necessariamente migliori di prima, ma certamente diverse da prima.
© Giovanni Lamagna
Ombra, persona e rapporti.
Ogni giorno che passa noi possiamo fare un passo (o più passi) in avanti, per far emergere la parte di noi che è in ombra. Che è quasi sempre la nostra parte più vera.
Come possiamo fare anche l’inverso: cioè consolidare la parte di noi che appare all’esterno, quella che Jung chiama “persona”, cioè la “maschera” con cui ci mostriamo agli altri.
Nel primo caso diventiamo ogni giorno un po’ più autentici o un po’ meno inautentici e falsi.
Nel secondo caso avviene l’opposto: diventiamo ogni giorno più falsi e inautentici, perché uccidiamo la nostra natura più vera.
Le nostre relazioni non potranno non risentire (nel bene o nel male) di questo nostro cammino.
Infatti, perché un rapporto sia vero, autentico, cresca, evolva positivamente, occorre che entrambi i soggetti che sono in relazione si impegnino a rivelare ogni giorno di più la parte di sé che è in ombra e a smontare la parte di sé che è “persona”.
Se non lo fanno, il rapporto diventerà sempre meno autentico, ristagnerà, si impantanerà e prima o poi finirà nelle secche della incomunicabilità, della routine banale, superficiale.
Se lo fa uno solo dei due, il rapporto andrà ugualmente in crisi.
Chi farà il lavoro di emersione dall’ombra del suo Sé più autentico, gettando (metaforicamente) la maschera, si sentirà incompreso e diventerà insofferente.
Chi resisterà a rimanere “persona”, a mascherare in qualche modo il suo Sé più autentico, si sentirà giudicato dall’altro/a e reagirà con la fuga o l’evasione.
Allora entrambi probabilmente cercheranno altrove quello che non trovano più nel rapporto.
Giovanni Lamagna