Capriccio e desiderio.
Il desiderio è un’esperienza umana ben diversa dal capriccio.
Il capriccio è un’esperienza del tutto narcisistica, incapace di confrontarsi con l’esistenza dell’Altro e con la durezza della Realtà.
Prescinde, quindi, dal freudiano “principio di realtà”, mira a forzare, se non a rimuovere del tutto, la realtà.
Il desiderio, invece, è un’esperienza dell’anima che, a partire da un moto fisico, emotivo o intellettuale del singolo individuo, si accorda però con i moti degli altri singoli individui e, soprattutto, con la realtà.
Dalla quale non sempre riceve accoglienza immediata; e, infatti, alle volte il desiderio deve fare piccole o grandi forzature sulla realtà, per potersi realizzare.
Ma non è mai totalmente sganciato dalla realtà, totalmente estraneo ed ostile ad essa, come lo è invece il capriccio.
Il desiderio è sempre parte della Realtà, non è mai fuori della realtà, con i suoi limiti, i suoi divieti e le sue imposizioni; è sempre realistico, anche quando tende a forzare consuetudini e status quo.
In questo senso il desiderio non è mai solo la realizzazione di un moto che nasce all’interno del nostro animo.
Ma è anche in qualche modo la risposta ad una chiamata che ci viene dall’esterno, la realizzazione di un compito, come lo intendeva Victor Frankl.
O addirittura la realizzazione di un dovere, come la pensava Jacques Lacan.
© Giovanni Lamagna
Pubblicato il 26 dicembre 2023, in antropologia, Filosofia, personalità autorevoli, personalità storiche, Psicologia, testi brevissimi con tag "principio di realtà", accogleinza, accorda, altro, anima, animo, capriccio, chiamata, compito, confrontarsi, consuetudini, desiderio, divieti, dovere, durezza, emotivo, esistenza, esperienza, esterno, estraneo, fisico, forzare, forzature, freudiano, immediata, imposizioni, individuo, intellettuale, interno, Jacques Lacan, moto, narcisistica, ostile, realistico, realizzazione, realtà, rimuovere, risposta, singolo, status quo, umana, Victor Frankl. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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