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L’atteggiamento contemplativo.

Quando qualcuno col dito ci indica la luna, alcuni di noi guardano il dito, alcuni altri la luna.

Ma c’è anche una terza possibilità: quella di guardare contemporaneamente il dito e la luna.

E’ questo l’atteggiamento contemplativo, che ci consente di guardare contemporaneamente il vicino e il lontano, l’insieme e i suoi particolari.

Di concentrarci sul presente, conservando il ricordo del passato e proiettando lo sguardo verso il futuro.

© Giovanni Lamagna

Ho voglia di pregare

Ho voglia di pregare.

Ma non la preghiera del rosario

o dei paternostri e delle ave marie,

non la preghiera che si recita con le labbra

o che invoca grazie.

Ma la preghiera del raccoglimento.

 

Che significa congiungere le mani,

chiudere gli occhi,

inginocchiarsi (anche solo simbolicamente) di fronte al creato,

magari quando il sole sta calando al tramonto

o la luna risplende alta nel cielo

o il cielo stellato ci copre come un manto rivestito di brillanti,

e ringraziare…

 

Ringraziare chi non so.

Ma ringraziare,

pieni di profonda gratitudine,

per ciò che la vita ci ha dato,

per le persone buone e sagge che ci ha fatto conoscere,

per i cambiamenti che ha prodotto in noi.

Grazie alla vita, insomma!

 

Questa è la preghiera di cui ho sempre più voglia.

Vuoi pregare assieme a me?

 

© Giovanni Lamagna

La ricerca del vero Sè

25 maggio 2015

La ricerca del vero Sé.

A me pare che il senso della vita non vada cercato tanto nelle cose che facciamo. Per quanto esse possano essere interessanti, piacevoli, utili, necessarie, perfino culturalmente elevate o moralmente generose.

Ma vada ricercato attraverso un’azione tutta interiore e invisibile, finalizzata a raggiungere il centro di Sé.

Ma che cos’è questo “centro di sé”?

E’ una zona misteriosa, ma ben reale. Che solo coloro che l’hanno raggiunta sanno cos’è, ma che chi l’ha raggiunta sa bene cos’è. Anche se è difficile per lui/lei esprimerla a parole, in quanto si tratta di un’esperienza appunto interiore e non esteriore, spirituale e non materiale; e meno che mai di una teoria.

La si comunica perciò meglio attraverso la testimonianza della propria vita, piuttosto che con le parole e i discorsi.

La ricerca del “vero Sé” da sempre caratterizza la storia dell’umanità, presso tutti i popoli, sotto tutte le latitudini. Si identifica con la ricerca religiosa e, in parte, con quella filosofica (quando questa non è puramente intellettualistica).

Ma ha sempre avuto pochi adepti, perché “molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”. Ed ha assunto, a seconda delle culture e dei popoli, forme, modalità e nomi diversi.

Per alcuni il centro di Sé ha il nome di Dio, per altri quello di Tao (il principio, l’essenza della vita), per altri quello di alcuni elementi della natura (il Sole, la Luna, l’Acqua, il Fuoco, l’Aria, la Terra…), per altri quello del Maestro di Vita, per altri ancora il Maestro Interiore, l’Altro sa sé.

C’è comunque un comune denominatore in tutti questi nomi e in tutte queste esperienze. Il Centro di Sé, nel momento in cui viene raggiunto (attraverso un’esperienza tipica di illuminazione e di conversione) diventa il faro, la luce che orienta tutti i pensieri, i sentimenti, le azioni della persona che lo ha raggiunto.

Diventa il tempo di una seconda nascita, il luogo di partenza di un nuovo viaggio.

Nel momento in cui la persona l’ha raggiunto è una nuova persona: non più dissipata, disorientata, inquieta (come lo era prima), ma unificata, orientata, pacificata.

Forse questo spiega perché alcune persone, pur facendo una vita brillante, ricca di agi, di svaghi, di relazioni importanti, professioni e status prestigiosi, rivelino al fondo (o manco tanto al fondo) una sottile, malcelata (o perfino manifesta) insoddisfazione.

La ragione di questa apparente, (in alcuni casi) inspiegabile insoddisfazione sta (a me pare) nel fatto che esse sono ricche all’esterno, ma povere all’interno, perché hanno cercato (e quindi trovato) molto fuori e poco dentro.

Mentre l’unico modo di trovare la vera pace (e, in certi momenti almeno, addirittura la gioia e la felicità) è quello di cercare dentro e trovare, incontrare lì il vero Sé.

Giovanni Lamagna