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La “Verità”.

La “Verità” in sé è irraggiungibile.

Ne possiamo cogliere solo dei pallidi riflessi.

Allo stesso modo per cui la nostra vista non può sostenere direttamente e a occhio nudo la luce del sole.

Per fissarla deve ripararsi con delle lenti colorate o limitarsi a vederne la luce, che il sole emana, riflessa sulle cose.

I nostri occhi non potranno mai guardare in faccia il sole: ne resterebbero accecati.

Allo stesso modo la nostra mente non potrà mai cogliere “la Verità” nella sua interezza e integrità.

Il che non vuol dire che la Verità non esista.

Il punto è che la possiamo cogliere solo per approssimazione.

© Giovanni Lamagna

Rapporto genitori/figli.

Nessuno di noi nasce ovviamente dal nulla, ciascuno di noi nasce da (è figlio di) due genitori.

Di cui – in un certo senso – è, dunque, la copia, la replica.

È quindi la copia, la replica di un Altro.

Allo stesso tempo ognuno di noi è però Altro rispetto ai suoi genitori, è il Nuovo, il diverso che nasce.

La copia, la replica, infatti, non sono mai fedeli, ma sempre in qualche misura infedeli e, quindi, per certi aspetti almeno, originali.

Il rapporto figli/genitori si gioca, dunque, tutto su questa contraddizione-paradosso: continuità/discontinuità, medesimo/diverso, fedeltà/infedeltà, interezza/rottura.

© Giovanni Lamagna