Violenza e linguaggio.
Il ricorso alla violenza fisica presuppone sempre un deficit della capacità di pensiero e di linguaggio, denuncia sempre comunque una sconfitta del pensiero e del linguaggio verbale.
Questi, infatti, per loro natura, si fondano sul ricorso all’astrazione e al simbolico, come sublimazione, trasfigurazione del reale.
Quanto più, dunque, una persona è incapace di sublimare, in altre parole di pensare, traducendo in parole, in linguaggio verbale, la sua aggressività, tanto più è incapace di dominare e arginare i suoi impulsi aggressivi.
Allora la violenza fisica, che – in alcuni casi estremi – diventa addirittura omicida, resta la sua unica forma di linguaggio e di (paradossale) comunicazione.
© Giovanni Lamagna
Pubblicato il 13 gennaio 2024, in antropologia, comunicazione, costume, cultura, Filosofia, linguistica, Psicologia, Spiritualità, testi brevissimi con tag aggressività, arginare, astrazione, capacità, comnicazione, deficit, dominare, fisica, impulsi aggressivi, incapace, linguaggio, omicida, parole, pensiero, reale, sconfitta, simbolico, sublimazione, trasfigurazione, verbale, violenza. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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