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Parlare per parlare.

Ci sono persone che parlano tanto per parlare. Si parlano addosso o l’una sull’altra.

Aprono la bocca e cacciano parole, parole, parole, ma non sono in ascolto vero né del loro cuore né della loro mente. Non sono in sintonia autentica con il loro vero Sé.

Sono persone che, anche quando parlano di cose (apparentemente) molto serie, non hanno nessuna intenzione vera, profonda di affrontare il problema di cui pensano (in cuor loro sinceramente) di parlare.

Vogliono, invece e piuttosto, vivere l’illusione, la fantasia di stare ad affrontare il problema di cui parlano.

In realtà si mettono ben distanti dalla sua soluzione, perché non hanno nessuna intenzione di affrontare i cambiamenti, di attuare nei loro comportamenti le modifiche che la soluzione del problema richiederebbe.

Il loro parlare allora è vacuo, superficiale, uno sterile chiacchiericcio, mascherato talvolta da discorsi molto seri o, addirittura, seriosi e impegnati, fatti col tono a volte molto compreso di chi sta affrontando problemi grossi e molto importanti.

La controprova di questo si ha nel fatto che questi discorsi si ripetono continuamente, sempre gli stessi, a volte all’infinito, senza nessuna briciola di novità, di avanzamento nella soluzione del problema affrontato.

Sono, dunque, discorsi del tutto inconcludenti. Perciò, in fondo in fondo, inautentici. Al di là delle intenzioni (a volte del tutto sincere) che li hanno originati.

Giovanni Lamagna

La ricerca del vero Sè

25 maggio 2015

La ricerca del vero Sé.

A me pare che il senso della vita non vada cercato tanto nelle cose che facciamo. Per quanto esse possano essere interessanti, piacevoli, utili, necessarie, perfino culturalmente elevate o moralmente generose.

Ma vada ricercato attraverso un’azione tutta interiore e invisibile, finalizzata a raggiungere il centro di Sé.

Ma che cos’è questo “centro di sé”?

E’ una zona misteriosa, ma ben reale. Che solo coloro che l’hanno raggiunta sanno cos’è, ma che chi l’ha raggiunta sa bene cos’è. Anche se è difficile per lui/lei esprimerla a parole, in quanto si tratta di un’esperienza appunto interiore e non esteriore, spirituale e non materiale; e meno che mai di una teoria.

La si comunica perciò meglio attraverso la testimonianza della propria vita, piuttosto che con le parole e i discorsi.

La ricerca del “vero Sé” da sempre caratterizza la storia dell’umanità, presso tutti i popoli, sotto tutte le latitudini. Si identifica con la ricerca religiosa e, in parte, con quella filosofica (quando questa non è puramente intellettualistica).

Ma ha sempre avuto pochi adepti, perché “molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”. Ed ha assunto, a seconda delle culture e dei popoli, forme, modalità e nomi diversi.

Per alcuni il centro di Sé ha il nome di Dio, per altri quello di Tao (il principio, l’essenza della vita), per altri quello di alcuni elementi della natura (il Sole, la Luna, l’Acqua, il Fuoco, l’Aria, la Terra…), per altri quello del Maestro di Vita, per altri ancora il Maestro Interiore, l’Altro sa sé.

C’è comunque un comune denominatore in tutti questi nomi e in tutte queste esperienze. Il Centro di Sé, nel momento in cui viene raggiunto (attraverso un’esperienza tipica di illuminazione e di conversione) diventa il faro, la luce che orienta tutti i pensieri, i sentimenti, le azioni della persona che lo ha raggiunto.

Diventa il tempo di una seconda nascita, il luogo di partenza di un nuovo viaggio.

Nel momento in cui la persona l’ha raggiunto è una nuova persona: non più dissipata, disorientata, inquieta (come lo era prima), ma unificata, orientata, pacificata.

Forse questo spiega perché alcune persone, pur facendo una vita brillante, ricca di agi, di svaghi, di relazioni importanti, professioni e status prestigiosi, rivelino al fondo (o manco tanto al fondo) una sottile, malcelata (o perfino manifesta) insoddisfazione.

La ragione di questa apparente, (in alcuni casi) inspiegabile insoddisfazione sta (a me pare) nel fatto che esse sono ricche all’esterno, ma povere all’interno, perché hanno cercato (e quindi trovato) molto fuori e poco dentro.

Mentre l’unico modo di trovare la vera pace (e, in certi momenti almeno, addirittura la gioia e la felicità) è quello di cercare dentro e trovare, incontrare lì il vero Sé.

Giovanni Lamagna