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Dio e/o inconscio.

Ciò che gli uomini chiamano da vari millenni “Dio” o “divino” per me altro non è che l’inconscio.

Nel duplice senso di “ciò che ci è ancora sconosciuto” e di “ciò che un tempo abbiamo conosciuto, ma abbiamo poi rimosso”.

L’aspirazione al “divino”, all’unità con Dio, altro non è che il desiderio di rendere conscio l’inconscio.

Il freudiano “Laddove c’era l’Es ci sarà l’Io” è dunque un movimento di natura squisitamente religiosa.

Direi (quasi) un’esperienza mistica.

Di espansione (volendo, continua e interminabile) del Sé cosciente, consapevole.

Qui l’allusione al concetto di “analisi terminabile e interminabile” di Freud, con tutta evidenza, non è casuale, ma del tutto voluto.

© Giovanni Lamagna