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L’immagine storica prevalente del “femminile” e del “maschile”.

Ogni generalizzazione (soprattutto se pretende di fondarsi sui dati della biogenetica) è sicuramente sbagliata.

Ma non si può negare che la Storia plurimillenaria ci consegna (senza alcun dubbio; quasi a prescindere dalla varietà dei contesti geografici) l’immagine prevalente di una femmina tendenzialmente stanziale (colei che lavora in casa ed accudisce i figli) e, (anche) per questo tendenzialmente monogama e l’immagine di un maschio tendenzialmente nomade (colui che lavora fuori casa e vi porta il cibo) e (anche) per questo tendenzialmente poligamo.

Si può sperare (ed io personalmente lo auspico) che la Storia evolva e che modifichi quelli che ancora oggi continuano ad essere gli stereotipi del “femminile” e del “maschile”.

Ma non si può negare la Storia e non riconoscere che ancora oggi essa pesa e molto; di più: molte volte contraddice, smentisce le nostre aspirazioni emancipatrici.

Specie quelle di alcune avanguardie (ad esempio, femministe o poliamorose), per quanto sicuramente (almeno per me) illuminate; di certo più illuminate della massa nella quale predominano gli stereotipi.

© Giovanni Lamagna