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Nessun rapporto è mai solo a due.

Un rapporto, un qualsivoglia rapporto, non è mai un rapporto solo a due, ma è sempre almeno un rapporto a tre e, quasi sempre, a quattro.

Lo è in maniera più o meno consapevole (o inconsapevole), ma in ogni rapporto a due è sempre presente almeno un terzo e, spesso, un quarto.

In un rapporto a due, infatti, interagiscono i due quali appaiono all’esterno, con le loro personalità visibili, manifeste, esteriori: le personalità 1.

Ma anche le loro “ombre”, ovverossia le loro personalità invisibili, nascoste, i loro fantasmi interiori: le personalità 2, come le definiva Jung.

© Giovanni Lamagna

Terapia psicoanalitica e cammino interiore.

Nel corso di una terapia psicoanalitica il paziente cosiddetto “nevrotico”, sotto la guida di un esperto delle “cose dell’anima” (ovverossia della psiche), fa un cammino interiore che tutti (anche le persone cosiddette “sane”, anche coloro che non sentono il bisogno di ricorrere ad una cura psicoanalitica) dovrebbero fare.

Quello di scoprire il proprio desiderio (Jacques Lacan), il proprio daimon (Carl Gustav Jung), il proprio compito nella vita (Victor Frankl), metterlo sempre più a fuoco, entrarci sempre più in confidenza e liberarsi il più possibile degli inciampi, interiori ed esteriori, consci ed inconsci, che si oppongono alla loro realizzazione.

© Giovanni Lamagna