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La soggettività umana.

Anche per l’esistenzialista Sartre la soggettività dell’individuo è data fondamentalmente dal “cogito” cartesiano: “io penso, dunque sono” (vedi “L’esistenzialismo è un umanismo”; pag. 87).

La sua filosofia può rientrare dunque a pieno titolo nel filone razionalista.

A mio avviso, invece, la soggettività dell’individuo è una realtà molto più complessa del cogito.

Perché è data dalla psiche, che è una realtà articolata, complessa, non riducibile al solo pensiero.

Perché è fatta di sensazioni, emozioni, sentimenti, affetti e non solo di idee.

Perché è essenzialmente consapevolezza, cioè coscienza di sé, del proprio mondo interiore e del mondo esteriore.

E’ molto di più, insomma, del “cogito cogitans”, cioè della pura attività intellettuale.

© Giovanni Lamagna

Filosofia ed esistenza

Schopenhauer è un filosofo, uno dei filosofi, che (nonostante il suo profondo pessimismo, da me non condiviso quasi per nulla) sento molto vicino; e per una ragione molto semplice, ma fondamentale.

Perché parla e ragiona di cose concrete, della vita e della natura dell’uomo, dei suoi bisogni e desideri, soprattutto del suo desiderio di felicità.

E’ un filosofo, dunque, che potremmo definire “esistenzialista”, anche se, ovviamente, ante litteram.

Ora a cosa serve la filosofia se non a riflettere su ciò che è l’uomo, la sua natura, il suo destino, i suoi compiti, ammesso che ne abbia?

Io mi riconosco in questo tipo di filosofia e solo in essa.

Altri tipi di filosofia mi interessano ben poco, anzi – diciamola tutta! – mi annoiano profondamente.

© Giovanni Lamagna