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Amore ed egotismo

Non si ama veramente qualcuno se contemporaneamente non si amano tutti gli altri esseri umani, cioè l’Umanità intera; se non si ama, anzi, l’intero Universo, la Natura in tutte le sue manifestazioni, di cui gli uomini sono parte e senza la quale la stessa vita dell’uomo non sarebbe possibile.

Se si ama un solo uomo o solo alcuni uomini in particolare (i parenti, ad esempio, o gli amici più stretti) e si è indifferenti agli altri uomini o, addirittura, si prova odio per loro, vuol dire che il nostro non è vero amore, ma solo una forma di “egotismo” (come lo chiama Erich Fromm); cioè una forma particolare di egoismo.

© Giovanni Lamagna

Vivere dentro e vivere fuori.

19 aprile 2016

Vivere dentro e vivere fuori.

Ci sono uomini (e donne) che amano (e sono capaci di) guardare solo all’esterno, solo fuori si sé.

Sono, magari, molto attenti alla realtà sociale, politica, alla cronaca e, perfino, alla storia. Sanno, magari, fare grandi analisi economiche, sociali, politiche, storiche, filosofiche, culturali in genere, ma del tutto incapaci di guardarsi dentro, di fare un minimo di introspezione.

Anzi rifuggono totalmente da questo tipo di sguardo, come se li appestasse. O, nella migliore delle ipotesi, come se fosse una perdita di tempo o, addirittura una specie di malattia, una forma di depressione o un atto di puro narcisismo.

In questo modo sono incapaci di analizzare le proprie emozioni e i propri sentimenti. In certi casi incapaci perfino di provarne. Non si preoccupano di valutare i loro comportamenti e le reali motivazioni che stanno loro dietro. Agiscono, ma non si chiedono per quali ragioni profonde lo fanno.

Sono disinteressati a qualsiasi processo di crescita interiore, convinti che i cambiamenti possano e debbano avvenire solo fuori, nella realtà sociale e politica esterna, e non (anche, se non prima di tutto) dentro ciascuno di noi.

Queste persone sono adulte fuori, ma immature, quando non addirittura infantili, dentro.

Altri uomini (e donne), all’incontrario, sono del tutto ripiegati/e su stessi/e, si guardano dentro dalla mattina alla sera e quasi si disinteressano di quello che succede fuori di loro, come se il “fuori” non li riguardasse.

Sono capaci di fini autoanalisi e introspezioni psicologiche, ma del tutto incapaci di analizzare la realtà economica, sociale, politica che li circonda. Anzi di questa sembrano addirittura non interessati/e, come se essa non li riguardasse, come se essi/e vivessero sotto una campana di vetro, in una specie di eremo o di esilio volontario dall’umanità.

Non solo non fanno nulla per migliorare il mondo o per contribuire ad eliminare almeno qualcuna delle numerose e gravi ingiustizie che lo affliggono, ma di esse pare quasi che non si accorgano neanche.

Il mondo potrebbe minacciare di crollare loro addosso, ma essi non farebbero niente per prevenire tale minaccia.

Queste persone sono malate di egotismo e, in alcuni casi, di forme più o meno gravi di narcisismo o depressione.

L’ideale per me sarebbe che ognuno di noi fosse capace di vivere sia dentro che fuori, che fosse attento e interessato sia a quello che succede dentro di sé, al proprio mondo interiore (fatto di pulsioni, emozioni, sentimenti, pensieri), sia a quello che succede fuori di sé (innanzitutto nelle relazioni con gli altri, con i più prossimi, e poi anche nella realtà sociale e politica più complessiva).

Che fosse attento e interessato a migliorare se stesso come singolo, come individuo, ma anche attento e interessato a contribuire al miglioramento della comunità, della collettività di cui è parte.

Giovanni Lamagna