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Il movimento e la stasi

Il movimento e la stasi sono due facce della stessa medaglia: è possibile cogliere l’una se si coglie contemporaneamente anche l’altra e viceversa.

Se esistesse solo una delle due realtà, la sua osservazione ci sfuggirebbe o, quantomeno, sarebbe molto più difficile, se non addirittura impossibile per noi coglierla.

Essa, invece, ci appare o ci risulta meglio visibile e percepibile quando è presente anche l’altra.

Questo pensiero mi è venuto poco fa osservando da lontano un insetto che si muoveva sul pavimento.

Non ero certo che si stesse muovendo, dal momento che, se lo faceva, lo stava facendo molto lentamente, quasi impercettibilmente.

Allora mi è venuto spontaneo prendere a riferimento la linea di fuga che separa una mattonella dall’altra, linea ovviamente immobile, statica.

Ho potuto quindi osservare che l’insetto muovendosi – per quanto in maniera impercettibile – si stava avvicinando ad una delle linee di fuga.

Ho avuto allora conferma che si stava muovendo. La stasi della fuga mi ha reso evidente (come prima non lo era) il movimento dell’insetto.

Al contrario, quando sto in un treno in movimento e mi passa accanto un altro treno che viaggia nella stessa direzione e alla stessa velocità del mio, la mia sensazione è che entrambi i treni siano fermi.

Ricevo conferma che il mio treno o quello a fianco sono in movimento solo se uno dei due accelera rispetto all’altro o, al contrario, si ferma.

In questo caso il movimento di uno dei due treni e la stasi dell’altro mi fanno vedere sia il movimento dell’uno che la stasi dell’altro.

Movimento e stasi che non avevo potuto cogliere quando entrambi i treni erano in movimento e andavano alla stessa velocità.

E’ questa una semplice osservazione che possiamo ricavare dal mondo della fisica. Ma che ha però una valenza anche metaforica. Perché può essere estesa anche al mondo della psiche.

Infatti, se due “anime”, due psiche, camminano entrambe nella stessa direzione e più o meno alla stessa velocità, nel loro rapporto non si avvertirà nessuno stridore. Allo stesso modo se entrambe stanno ferme.

Il problema si porrà nel momento in cui una delle due si ferma mentre stavano camminando entrambe. O nel momento in cui una delle due si mette in cammino, mentre fino ad allora erano state entrambe ferme.

Insomma, in altre parole, anche nei rapporti umani, quindi anche nel mondo della psiche oltre che in quello della fisica, il movimento o la stasi si avvertono solo nel momento in cui una delle due persone coinvolte nel rapporto sta ferma e l’altra si muove.

Altrimenti il movimento come la stasi non saranno avvertiti: nessuna delle due ci farà caso; per entrambe sarà naturale camminare o, all’opposto, stare ferme.

Questo spiega la pace (o l’apparente pace) e i conflitti che vengono a crearsi nelle relazioni.

© Giovanni Lamagna

Routine o trasgressione?

6 luglio 2016

Routine o trasgressione?

L’alternativa che si presenta puntuale ogni giorno davanti a noi è sempre la stessa:

– optare per la stasi, la ripetizione, la routine: restare, insomma, quelli del giorno prima;

– oppure scegliere il movimento, il cambiamento, la trasgressione: decidere di diventare, almeno un poco, diversi da quelli del giorno prima.

E questa alternativa riguarda ogni aspetto della nostra vita: il lavoro, le relazioni, la cura del corpo, l’attività intellettuale, le scelte religiose, l’eventuale impegno politico o sociale…

Ma in primis riguarda l’eros, il nostro modo di vivere la sessualità.

A seconda se sceglieremo la prima o la seconda delle alternative possibili, saremo una persona o un’altra.

Prudente e timorosa nel primo caso. Audace e ardente nel secondo caso.

Ad ognuno di noi la scelta!

Giovanni Lamagna

Desiderio e attaccamento.

20 novembre 2015

Desiderio e attaccamento.

Il desiderio genera movimento. Il movimento verso l’oggetto del desiderio. Che è vita

L’attaccamento e la volontà di possesso dell’oggetto del desiderio provocano stasi. Che è morte.

Quindi il problema (per la vita spirituale) non è il desiderio, ma l’attaccamento.

Giovanni Lamagna