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L’esperienza della psicoanalisi.
L’esperienza della psicoanalisi è in fondo – potremmo dire – un’esperienza di illuminazione.
La famosa frase di Freud “laddove c’era l’Es ci sarà l’Io” potrebbe, infatti, essere così riscritta “laddove c’era – se non proprio tutto buio – qualche o molta nebbia, ci sarà – se non proprio tutta luce – almeno qualche schiarita”.
In questo processo di illuminazione si tratta di andare alla ricerca del proprio fantasma originario – potremmo anche dire del proprio daimon – di scoprirlo e ri-soggettivarlo.
Soggettivare il proprio fantasma originario significa passare da uno stato, in cui io-soggetto sono guidato, quasi telecomandato dal mio fantasma originario, ad uno stato nel quale io collaboro, sono co-agente col mio fantasma originario.
Divento, quindi, protagonista, attore, facitore, in qualche modo persino creatore della mia vita e non semplice marionetta nelle mani di qualcun altro o di alcuni altri.
Nel passaggio da uno stato all’altro, il mio daimon da catena diventa risorsa, da peso e vincolo si trasforma in possibilità, potenzialità, da “kakos” (cattivo) diventa “eu” (buono).
Ho allora la possibilità di conquistare la mia (quota-parte di) felicità (eu-daimonia), laddove prima ero (solo) vittima, schiavo di infelicità (caco-daimonia).
© Giovanni Lamagna