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Ognuno di noi ha un compito da realizzare, piccolo o grande che sia.
E’ uno sbaglio mortale (che talvolta però alcuni di noi tendono a commettere) confrontarsi con i grandi della Storia e con le loro opere immortali.
Ognuno di noi deve misurarsi, invece, esclusivamente con il compito che la storia ha assegnato a lui, proprio a lui; piccolo o grande che sia, fosse anche piccolissimo.
Compito che nessun altro (e questo è un privilegio di cui tutti gli uomini – nessuno escluso – godono) potrà mai realizzare al nostro posto.
© Giovanni Lamagna
Le parole
15 settembre 2015
Le parole.
Le parole
(non tutte,
solo quelle che sanno di saggezza)
sono già scritte,
a volte nascoste da qualche parte,
in uno scrigno,
in un vaso,
chiuse a volte in una cassaforte.
Si tratta solo di scovarle,
leggerle
e poi dirle, pronunciarle
o trascriverle su una pagina bianca.
Altre volte non devi fare neanche lo sforzo di cercarle,
ti compaiono davanti d’improvviso,
talvolta all’alba,
come un sole che sorge,
parole trovate,
incontrate,
parole non cercate
né, tanto meno, create.
Le vedi, le leggi,
ti si stagliano davanti,
nette, nitide:
e tu devi solo pronunciarle
o trascriverle.
Le parole sono come dei semi:
una volta scovate
o trovate,
vanno lanciate,
sparse sui prati, nei campi.
Altrimenti ti si seccano tra le mani.
Alcune saranno subito portate via dal vento
e disperse chissà dove.
Di esse si perderà traccia
e memoria.
Altre marciranno sotto la pioggia,
poi faranno tutt’uno col terreno
sul quale sono cadute,
quindi attecchiranno,
metteranno radici
e dopo un po’
daranno il loro frutto
o partoriranno un fiore.
Le parole,
una volta dette o scritte,
non sono più tue.
Come non erano tue,
quando le hai raccolte.
Non esserne quindi geloso.
Abbi solo cura di dirle
o scriverle,
quando ti passeranno dinnanzi:
è quello il tuo compito
e basta.
Il resto lo faranno loro:
è compito loro.
Tu sei solo strumento,
via,
mano,
bocca.
Ma siine contento lo stesso,
ti è toccato comunque un privilegio:
dare loro voce!
Giovanni Lamagna