Archivi Blog

Il valore della “debolezza”.

L’incontro con una donna, un bambino, un vecchio, un ammalato, un indigente suscitano (quasi) sempre in me un sentimento di tenerezza.

La debolezza (o, meglio, ciò che nell’immaginario collettivo – specie di quello maschile – viene considerato debole) “m’intenerisce il core”.

E di ciò sono ben lieto; perché sento che la mia mascolinità ne esce arricchita.

E non perché nel confronto mi senta superiore, ma perché avverto che nella “debolezza” c’è un valore che non c’è nella “forza”.

© Giovanni Lamagna

Maternità, femminilità, paternità, mascolinità.

Molte donne, dopo essere diventate madri, hanno difficoltà a “ritornare femmine”.

In questo modo fanno del male non solo ai loro compagni, ma anche a sé stesse e perfino ai loro figli.

Parlo delle donne non perché analogo fenomeno non sia presente anche nei maschi.

Ma perché esso mi pare sia molto più presente e frequente nelle donne che negli uomini.

E poi perché gli uomini, molti uomini, tendono a fare esattamente il contrario.

Vivono evidentemente un conflitto tra paternità e mascolinità e optano per la seconda, fin quasi a rinnegare la prima.

© Giovanni Lamagna