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Esperienza mistica e sentimento religioso.

L’esperienza mistica e il sentimento religioso non sono la stessa cosa.

Si può avere, infatti, una esperienza mistica, senza essere allo stesso tempo credenti o fedeli di una determinata religione.

Come, al contrario, si può essere uomini di religione, senza essere per questo dei mistici.

L’esperienza mistica è, nella sua essenza, il superamento del senso di caos e, quindi, di frammentazione e dispersione, che tutti (chi più e chi meno) ci caratterizza all’origine, quando veniamo al mondo.

E che di solito è arginato (ma solo arginato, mai radicalmente e definitivamente risolto) dall’amore, dall’affetto, dalla cura di coloro che ci accolgono al momento della nostra nascita. E che poi si occupano del nostro allevamento e della nostra crescita nel periodo (particolarmente lungo per il cucciolo uomo) in cui non siamo autonomi per il soddisfacimento dei nostri bisogni primari, elementari.

E’, quindi, arginato in primis, dai nostri genitori, laddove essi si confermano come veramente tali. Cioè non semplici trasmettitori della vita del corpo, ma anche di quella della psiche.

Quella mistica è, dunque, l’esperienza di una soddisfacente unità interiore e di una adeguata motivazione al vivere. E’ l’esperienza che la vita ha un senso, per quanto limitato, per quanto tutto interno alla vita stessa, quindi valido per noi e non necessariamente universale, anche quando non se ne trova nessun fondamento metafisico.

Il sentimento religioso, invece, più che un’esperienza è un credo, è una fede.

Ha bisogno, quindi, di un insieme (potremmo anche dire, di un sistema) organico di credenze, al quale il fedele religioso attribuisce in qualche modo un valore universale, perciò dogmatico, anche se non ne può dare nessuna dimostrazione scientifica e manco razionale.

Ecco perché, allora, si può essere dei mistici, senza essere allo stesso tempo credenti o fedeli di una determinata religione.

Come, al contrario, si può essere uomini di religione, senza essere per questo dei mistici.

Anche se, devo ammettere, si può essere allo stesso tempo mistici e religiosi. Anzi, dirò di più: la religione aiuta, dà una mano a diventare mistici.

Come si può intuire tra le righe di questo mio scritto, però, ciò che ha valore essenziale per me è l’esperienza mistica, non l’esperienza religiosa. La prima (azzarderei) è indispensabile al buen vivir. La seconda no. Della seconda si può fare a meno, se si vuole vivere bene. Della prima no.

Giovanni Lamagna