Una testa ben fatta e una testa ben piena

17 gennaio 2016

Una testa ben fatta e una testa ben piena.

C’è, indubbiamente, un nesso tra “l’atto del leggere” e “l’esercizio del pensiero”. Il primo non potrebbe avvenire senza una qualche partecipazione del secondo. E in qualche modo e misura il secondo è certamente favorito dal primo.

Ma nesso e (potremmo aggiungere anche) interdipendenza non sono sinonimo di coincidenza o equivalenza.

Ci sono, infatti, persone che hanno letto e leggono molto, ma hanno pensato e pensano poco.

Sono quelle persone per le quali ciò che leggono non affonda nel loro pensiero, non scende in profondità, ma resta in superficie e talvolta scivola via nella dimenticanza più totale, tal altra resta come bagaglio nozionistico, che non diventa però carne della propria carne, sangue del proprio sangue, non si trasforma cioè in vita. Soprattutto non modifica, non trasforma, non migliora, non eleva la loro vita.

Al contrario, ci sono altre persone che hanno letto poco nella loro vita, ma hanno pensato molto e soprattutto vanno in profondità quando pensano.

Sono persone che leggono ed hanno letto poco, perché non ne hanno avuto e non ne hanno le possibilità economiche o perché svolgono attività lavorative che non lasciano loro molto tempo per leggere o, semplicemente, perché sono lente nella lettura, hanno bisogno di tempo per assimilare e meditare ciò che leggono. Ma che traggono tesoro da ciò che leggono, lo masticano e lo assimilano come se fosse cibo, che si trasforma in carne della loro carne e sangue del loro sangue. Che fanno di ogni lettura un incontro con l’autore del testo che leggono. E da quel testo si fanno trasformare o con esso si confrontano per dissentire e polemizzare (se è il caso).

Una persona di grande cultura è indubbiamente una persona che ha entrambe le caratteristiche: ha letto molto ed allo stesso tempo ha meditato molto. E’ una persona che è a conoscenza delle molte cose che altri prima di lei hanno pensato e scritto. In questo modo se non altro si evita di aprire porte che sono già state aperte da altri. Ma allo stesso tempo ha esercitato molto il pensiero critico. Ovverossia non ha accolto in maniera acritica le cose che ha letto, ma le ha filtrate alla luce del suo pensiero originale e creativo. Non le ha accumulate dentro di sé come se fossero altro da sé, ma le ha assimilate, elaborate, trasformate, ricreate, rese nuove ed originali.

Il desiderio di ognuno di noi dovrebbe essere quindi quello di leggere molto ed allo stesso tempo di pensare molto; soprattutto, di pensare bene.

Ma dovendo scegliere, essendo costretti a scegliere (in base a quello di cui siamo capaci e alle condizioni di vita in cui siamo messi), io credo sia meglio optare per la seconda qualità. Infatti, come diceva Montaigne e come ha ribadito di recente Edgar Morin, “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”.

Giovanni Lamagna

Pubblicato il 1 febbraio 2016, in antropologia, Filosofia, morale, Psicologia, Religione, società, Spiritualità con tag , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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