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Coscienza, natura, usi, costumi e Super-Ego.

Nei suoi “Saggi” Montaigne ad un certo punto afferma: “Le leggi della coscienza, che noi diciamo nascere dalla natura, nascono dalla consuetudine; ciascuno, infatti, venerando intimamente le opinioni e gli usi approvati e acquisiti intorno a lui, non può disfarsene senza rimorso né conformarvisi senza soddisfazione. (Libro I, cap. XXIII; pag. 106).

La stessa affermazione potrebbe essere tradotta in altre parole così: “Quelle che molti ritengono leggi di natura spesso altro non sono che convenzioni sociali di un determinato territorio in un determinato tempo storico. Tanto è vero che non vigono in altri territori e in altri tempi storici e molto spesso vengono, col trascorrere del tempo, modificate o abbandonate del tutto nello stesso territorio in cui erano in passato o sono oggi in uso.”

La stessa frase, inoltre, è una perfetta anticipazione – circa tre secoli e mezzo prima – del concetto freudiano di Super- Ego.

Il Super-Ego non ci detta nessuna morale naturale, ma quella in vigore, quella dominante, nell’ambiente economico, sociale, culturale e politico nel quale siamo nati e cresciuti.

© Giovanni Lamagna

Cosa sono i “valori”?

I valori, i cosiddetti valori, non sono mai I VALORI, cioè realtà, entità quasi metafisiche, assolute, valide quindi per tutti.

Ma sono solo “i miei valori”, cioè realtà del tutto soggettive, quindi parziali e relative.

I cosiddetti “valori sociali” altro non sono che un insieme di valori individuali condivisi da una larga parte di popolazione in un certo tempo storico e in un certo contesto geografico.

Realtà, quindi, del tutto limitate e provvisorie. Mai assolute ed immutabili.

© Giovanni Lamagna