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Catene esteriori e catene interiori.

Marx vuole liberare il lavoro dalle catene esteriori, dalle catene di chi – il capitalista – asservisce il lavoro e lo rende, in pratica, una merce come le altre, un fattore della produzione come gli altri, al pari delle macchine.

Marx, però, non sembra altrettanto consapevole che il lavoro è servo anche di altre catene, catene interiori, interne cioè al lavoratore stesso, che il lavoratore tende a darsi da solo.

Catene di cui, tra l’altro, è schiavo lo stesso datore di lavoro: il capitalista.

Queste catene consistono nella tendenza all’iperattività, al prevalere della vita attiva su quella contemplativa, anzi della “vita laborans” sulla stessa “vita activa”, almeno per come la intende Hannah Arendt.

Con l’iperattività della “vita laborans” il fine del lavoro non lo decide l’uomo (lavoratore o capitalista da questo punto di vista fa poca differenza), ma la dicotomia stessa del lavoro, della vita produttiva.

Il lavoratore, ma anche lo stesso capitalista, non sono padroni del loro lavoro, ma semplici ingranaggi di un meccanismo, di un sistema che li sovrasta e che determina le loro decisioni.

Da questo punto di vista il film di Charlie Chaplin “Tempi moderni” andrebbe aggiornato con il lavoratore e il datore di lavoro trascinati entrambi dallo stesso ritmo vorticoso degli ingranaggi delle macchine: ingranaggi tra gli ingranaggi.

Il lavoratore – per diventare veramente e completamente libero – si deve liberare anche da queste catene, puramente interiori, psicologiche, e, quindi, perfino più subdole di quelle esteriori.

Queste seconde, infatti si vedono molto chiaramente e sono facilmente smascherabili. Le prime si vedono meno, sono meno vistose, e perciò più difficili da eliminare.

Marx vide con molta lucidità le seconde, ma, forse e per quello che ne so, si accorse poco (o niente) delle prime.

Giovanni Lamagna

Camminare lentamente.

Camminare lentamente

Correre, correre, correre…

a questo ci spinge l’ansia,

specie nei tempi moderni…

Io sono per andare piano…

Camminare

(altrimenti è la morte prima del tempo),

ma lentamente,

lentamente,

senza fretta.

La vita si gusta di più così…

camminando,

ma lentamente,

senza correre…

Giovanni Lamagna