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Il bello, il vero, il buono e l’utile.

10 agosto 2016

Il bello, il vero, il buono e l’utile.

Da sempre (o, meglio da quando gli antichi Greci cominciarono a definirne i concetti) il bello, il vero, il buono e l’utile sono visti come realtà separate ed autonome. Talvolta addirittura contrapposte.

I Greci addirittura personalizzarono questi concetti, inventandosi delle divinità, ognuna delle quali era l’incarnazione quasi archetipa dell’uno o dell’altro.

Per la cultura contemporanea poi essi sono diventati realtà ed esperienze non solo separate ed autonome l’una dall’altra, ma anche del tutto relative, perché strutturalmente e radicalmente soggettive. Ciò che è bello per me non è detto che lo sia per te e viceversa. E questo vale anche per il vero, il buono e l’utile.

La cultura contemporanea è fondamentalmente relativista. Per non dire nichilista. Il passo dal relativismo al nichilismo è, infatti, breve. E molti pensatori contemporanei lo hanno compiuto fino in fondo, traendo quella che era, a mio avviso, solo l’estrema conseguenza già implicita nella premessa relativista.

Io, invece, non mi rassegno all’idea che non ci siano degli “universalia” e che tutto sia relativo.

Me lo dice, in fondo, un’esperienza (ma ne potrei portare anche altre) abbastanza semplice e tuttavia significativa: le reazioni che hanno quasi tutte (per non dire tutte) le persone di fronte allo spettacolo della natura.

Di fronte ad un’alba o a un tramonto dorati, di fronte all’immensità del mare o alla dolcezza di un lago, di fronte allo scorrere lento di un fiume o alla impetuosità selvaggia di una cascata, di fronte ad un cielo stellato o alle dune dorate del Sahara.

Dinanzi a questi spettacoli della natura le reazioni umane possono variare nell’intensità emotiva, ma non nella sostanza del sentimento provato. Tutti noi esclamiamo la fatidica frase: che bello!

Dico di più: io non mi rassegno neppure all’idea che non ci sia un qualche nesso, una qualche interconnessione, una potenziale unità tra ciò che apprezziamo come bello o come vero o come buono o come utile.

La mia percezione delle cose è che ciò che è bello è anche vero ed è anche buono ed è anche utile. E viceversa per ciascuno di questi concetti, che consideriamo (sia pure nelle forme e con le visioni più diverse) i nostri più importanti valori di riferimento.

Giovanni Lamagna