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Due modi opposti di reagire alla “mancanza-a-essere”.

Ciascuno di noi può reagire allo stato strutturale di mancanza, di imperfezione, che ci caratterizza come umani, in due modi molto diversi tra di loro, anzi opposti.

O con l’atteggiamento negativo, deluso, chiuso, ripiegato su sé stesso, rassegnato, disincantato, a volte addirittura disperato di chi tende alla depressione o è un depresso acclarato.

O con l’atteggiamento positivo, aperto, speranzoso, luminoso, anche se realistico, di chi attiva il proprio desiderio, originato appunto dalla mancanza, e cerca di soddisfarlo, per quanto è possibile.

© Giovanni Lamagna

Antonio Gramsci e il comunismo.

Antonio Gramsci, ancora nel 1919 su “L’ordine nuovo”, così scriveva: “Il comunismo è il prossimo domani della storia degli uomini, e in esso il mondo troverà la sua unificazione, non autoritaria, di monopolio, ma spontanea, per adesione organica delle nazioni.”

Non so bene di quale comunismo parlasse Gramsci.

Suppongo di quello che aveva appena cominciato a realizzarsi in Russia con la rivoluzione bolscevica del 1917.

Comunismo che – a distanza di più di 100 anni da quella rivoluzione – ha tradito gran parte delle speranze e degli auspici dei suoi adepti e fautori della prima ora.

Credo che lo stesso Gramsci non avrebbe difficoltà a riconoscerlo se fosse oggi ancora vivo.

Di certo, però, non era condivisibile neanche la sua profezia, che a leggerla alla lettera era qualcosa di più di un auspicio, voleva essere quasi un vaticinio.

Perché di essa non si è realizzato quasi niente.

E quello che si è realizzato oggi non appare che una pallida ombra, se non un vero e proprio tradimento, di ciò a cui probabilmente pensava Gramsci, quando vedeva nel comunismo il futuro luminoso dell’Umanità.

© Giovanni Lamagna

Il viso che abbiamo ce lo facciamo noi.

Sono convinto che col tempo, col passare degli anni, ognuno di noi in qualche modo si costruisca, quasi scolpisca, la faccia, il volto che si ritrova.

Lo fa coltivando prevalentemente certe emozioni e non altre, certi sentimenti e non altri, certi pensieri e non altri.

E così accadrà che alcuni si ritroveranno con un viso in prevalenza luminoso, altri con un viso prevalentemente rabbuiato.

Alcuni con un viso allegro e, persino, gioioso.

Altri con un viso triste e malinconico.

Alcuni con uno sguardo profondo e meditativo.

Altri con l’occhio distratto e superficiale.

Ognuno di noi si ritroverà – ad un certo punto della sua vita – con il viso che si sarà costruito nel corso del tempo.

© Giovanni Lamagna