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“Persona” e “Ombra”. (2)

Che cos’è per me – tradotta nella mia esperienza di vita – quella che Jung chiama “la persona”?

E che cos’è, invece, quella che sempre Jung chiama “l’ombra”?

Provo a dare una risposta, la più chiara che mi riesce.

“La persona” è la parte di me che riconosco immediatamente e che, soprattutto, dichiaro più facilmente, quella che mostro agli altri senza grandi difficoltà e remore.

E’ la parte di me che più e meglio emerge all’esterno e che – diciamo pure – riceve anche un rinforzo sociale da parte di coloro che mi conoscono e mi frequentano.

E’, insomma, l’immagine sociale di me.

“L’ombra”, invece, è la parte di me più nascosta, più in ombra (appunto!), quella che meno emerge (o, addirittura, non emerge per nulla) all’esterno.

Non direi tanto quella che conosco e nella quale mi riconosco di meno; perché semmai è proprio questa parte (in ombra) quella nella quale mi riconosco di più, più profondamente.

Ma piuttosto la parte che fatico di più a dichiarare e a mostrare all’esterno.

Perché, se non proprio me lo impediscono, quantomeno me lo ostacolano ragioni di carattere morale; o, meglio, i timori del giudizio (se non proprio della censura e della condanna) del contesto sociale che mi circonda.

E’ quasi inutile aggiungere che “la persona” è una parte di me incompleta, se non proprio del tutto falsa e inautentica.

E che non vivrò bene, vivrò sempre dei conflitti, in qualche modo scisso interiormente, fino a quando “l’ombra” non uscirà… dall’ombra e non verrà alla luce.

© Giovanni Lamagna