Archivi Blog

Capacità orgasmica e gioia di vivere.

Per mia esperienza, oltre che per riflessione e studio, sento e penso ci sia uno stretto collegamento tra desiderio sessuale e amore per la vita in generale, tra capacità orgasmica (petite mort) e gioia di vivere (joie de vivre).

Il sesso non è certamente tutto nella vita; e, forse, manco la sua dimensione principale.

Ma è altrettanto certo, a mio modo di vedere, che a chi non vive una soddisfacente vita sessuale viene a mancare una quota importante di felicità possibile destinata, almeno in potenza, agli esseri umani.

Wilhelm Reich, medico, psichiatra e psicoanalista austriaco naturalizzato statunitense, allievo della prima ora di Sigmund Freud, ha avuto il merito con le sue intuizioni e ricerche di evidenziare questa realtà, forse ancora più del suo maestro.

E ciò gli ha assegnato di diritto uno dei posti di primo piano nella storia del movimento psicoanalitico.

© Giovanni Lamagna

Sinistra, sessualità e rivoluzione

Ho potuto più di una volta verificare, parlando con uomini e donne della sinistra culturale e politica, quindi uomini e donne dalla mentalità teoricamente (almeno teoricamente) aperta e progressista, dunque disponibile, anzi favorevole, predisposta ai cambiamenti, che, quando si affrontano argomenti che ineriscono la sessualità e in generale i rapporti tra i sessi, essi/e tendono ad assumere posizioni piuttosto convenzionali, scontate, figlie del pensiero comune, diffuso, corrente, dominante.

Se non addirittura puritane e persino vicine al pensiero cattolico, neppure il più avanzato.

Questo dice (a mio modesto modo di vedere) quanto siamo lontani da una situazione rivoluzionaria o anche solo prerivoluzionaria, come pure molti di questi uomini e donne (i famosi compagni e le famose compagne) dicono di intravedere o di vedere come prossima o, perlomeno, di volere, desiderare, auspicare.

Per me, invece. (sulla base anche di quanto ci ha spiegato un pensatore autenticamente radicale come Wilhelm Reich già parecchi decenni orsono) non si darà mai un vero rivoluzionamento della struttura economica, sociale e politica di un popolo, se – prima o quantomeno in contemporanea – non verranno messi in discussione comportamenti, usi, abitudini, mentalità, che riguardano la vita sessuale delle persone, per essere sostituiti con altri radicalmente diversi, anzi alternativi.

La rivoluzione sociale e politica o sarà contemporaneamente (se non addirittura prima) psicosessuale o semplicemente non ci sarà.

Questo a conferma di una tesi su cui torno spesso: la rivoluzione (una qualsiasi rivoluzione) non potrà mai consistere in un “semplice” moto insurrezionale di breve durata, di presa (ovviamente violenta!) di un qualche palazzo del potere.

Ma dovrà e non potrà che essere l’esito, il risultato finale di un processo lungo, progressivo e, quindi, necessariamente graduale, che dovrà investire tutte le dimensioni del vivere personale e collettivo di una determinata società, a cominciare dalle strutture profonde (quindi anche quelle che riguardano lo psichismo individuale, a partire da quello sessuale) delle persone che vi saranno coinvolte.

© Giovanni Lamagna