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Montaigne e il relativismo delle conoscenze.

Montaigne scrive: “Mai due uomini giudicano ugualmente una stessa cosa, ed è impossibile vedere due opinioni esattamente simili. Non solo in uomini diversi, ma nello stesso uomo in diversi momenti”. (“Saggi”; Libro III; cap. XIII; pag. 999).

Con queste poche e semplici parole Montaigne, attorno alla fine del 1500, fonda il relativismo radicale di ogni conoscenza, su cui si basano la filosofia e la scienza moderne.

Relativismo radicale che non è affatto sinonimo dello scetticismo e, meno che mai, del nichilismo, verso cui una certa filosofia contemporanea ad un certo punto è scivolata.

© Giovanni Lamagna

Dubbio e nichilismo

Il dubbio è il fondamento di ogni conoscenza.

Anzi, in un certo senso, è il fondamento della stessa realtà.

Infatti, io posso dubitare di tutto, ma non posso dubitare del fatto che sto dubitando.

Parafrasando Cartesio, potrei dunque dire: “Dubito, ergo sum”.

Di fronte al dubbio paradossalmente si arresta, autolimita, ogni scetticismo, ogni nichilismo.

© Giovanni Lamagna

Socrate pensatore relativista, ma non scettico né nichilista

 

A voler utilizzare una categoria moderna, potremmo definire Socrate un pensatore “relativista”.

Egli è consapevole che l’uomo non potrà mai raggiungere e possedere LA VERITA’.

Di qui il suo detto famoso: “Io so di non sapere”.

Perché, di fronte alla VERITA’, il nostro sapere è, in realtà sempre un non sapere.

Allo stesso tempo, però, Socrate non è uno scettico e, tantomeno, un nichilista.

Perché egli ha fiducia che la verità possa essere trovata, anche se in forme sempre parziali.

In ogni caso egli ritiene che la verità debba essere ricercata. E che in questa ricerca stia il senso stesso della vita.

Per quanto essa comporti una fatica, che il filosofo ateniese paragona addirittura ai travagli del parto.

@ Giovanni Lamagna