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Può durare un amore?

A mio avviso, in linea teorica e di principio, sì. Anche se poi non è per niente facile farlo durare nella pratica, nella realtà effettuale.

Ovviamente qui sto parlando dell’amore vero, vivo, pulsante, non della semplice convivenza fisica, che (come tante volte succede) può benissimo sopravvivere anche alla morte del sentimento dell’amore.

L’amore, l’amore vero, può dunque durare, ma ad una condizione, che non è affatto facile da realizzare.

A mio avviso, l’amore dura, se entrambe (e non basta una sola di esse) le due persone, che dicono di amarsi e vogliono far durare il loro amore, non passano il loro tempo a guardarsi negli occhi e a rimirare (direbbe Fromm: egotisticamente) il loro amore, dicendosi continuamente “Ti amo, ti amo, ti amo…” e chiedendosi in continuazione (come in una famosa pubblicità) “mi ami? e quanto mi ami?”.

Un amore dura, ha la possibilità di durare, se le due persone in amore, prima e più che guardarsi continuamente negli occhi, hanno lo sguardo proiettato in avanti, rivolto ai compiti che la vita assegna loro, se, in altre parole, si danno un progetto e uno stile di vita conseguente, se si propongono di realizzare il più possibile le loro rispettive potenzialità.

Se, insomma, non stanno ferme in contemplazione del loro amore, come eterni fidanzatini di Peynet, seduti su una panchina, a farsi continue coccole e moine.

Ma camminano; certo insieme, fianco a fianco, e però con lo sguardo rivolto verso il futuro.

Solo in questo modo il loro amore non appassirà, non affonderà nelle sabbie mobili della routine, del già visto e, quindi, prima o poi, della noia e dello scontento.

Perché sarà una ricerca ed un’avventura continue, si caricherà di sempre nuova adrenalina.

Insomma anche in amore, anzi soprattutto in amore, vale il detto: “Chi si ferma è perduto!”

© Giovanni Lamagna