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Volere una cosa e fare l’opposto.

Si può volere fare, a livello di desiderio, una cosa e poi farne, nei fatti, un’altra?

Sì, che si può! L’ho sperimentato tante volte! Sia osservando me, sia osservando gli altri attorno a me.

E come è possibile una cosa simile?

È possibile perché – come ci ha spiegato la psicoanalisi – noi, ciascuno di noi, non siamo un tutto organico e compatto, ma siamo un insieme di parti il più delle volte scisse tra di loro, in maniera più o meno leggera e superficiale o più o meno pesante e profonda.

Per cui avviene talvolta (in certe persone spesso, in alcune spessissimo) che una parte di noi desidera una cosa e un’altra parte (in genere inconscia) ne desidera un’altra.

E, quando quest’altra parte è più forte, più decisa e più prepotente, ecco allora che ci capita di desiderare (a livello conscio) una cosa e poi di farne (in realtà) una del tutto diversa, a volte addirittura specularmente opposta.

© Giovanni Lamagna

Anima individuale (atman) e anima universale (brahma).

Condivido l’idea centrale dell’induismo: che c’è un’anima individuale (atman) e c’è un’anima universale (brahma).

Anche per me l’anima individuale (di ognuno di noi) non troverà pace fino a quando non si fonderà con l’anima universale.

Fino a quando – in altre parole – non scoprirà che il suo interesse profondo coincide con quello dell’anima universale, che è fatta dall’insieme delle anime individuali e, financo, di tutte le cose, organiche e inorganiche, che compongono il creato.

Fino a quando cioè non scoprirà e non imparerà a praticare la logica dell’amore, che affratella – secondo l’insegnamento di santo Francesco – tutti gli uomini, anzi tutto ciò che esiste in natura: sorella acqua, sorella terra, sorella aria, fratello fuoco…

© Giovanni Lamagna

L’atteggiamento contemplativo.

Quando qualcuno col dito ci indica la luna, alcuni di noi guardano il dito, alcuni altri la luna.

Ma c’è anche una terza possibilità: quella di guardare contemporaneamente il dito e la luna.

E’ questo l’atteggiamento contemplativo, che ci consente di guardare contemporaneamente il vicino e il lontano, l’insieme e i suoi particolari.

Di concentrarci sul presente, conservando il ricordo del passato e proiettando lo sguardo verso il futuro.

© Giovanni Lamagna