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Non dare valore alle parole.

Non dare valore alle parole significa, innanzitutto, dire delle cose e poi farne altre, predicare bene e razzolare male.

Non dare valore alle parole significa essere incapaci di mantenere la parola data agli altri, prendere degli impegni (con sé stessi, prima che con gli altri) e poi non mantenerli.

Ma significa anche alzare un muro di gomma di fronte alle parole che gli altri ci rivolgono, farsele scivolare addosso e rimuoverle, appena un poco dopo che le si è ascoltate.

Come se gli altri non ce le avessero mai dette e noi non le si avessimo mai ascoltate, come se ci fossero entrate da un orecchio e uscite dall’altro.

© Giovanni Lamagna

Farsi compagnia.

La compagnia è un’ottima cosa.

Soprattutto quando – come consiglia Seneca – è alternata a momenti di solitudine.

Questa, infatti, oltre certi limiti, non è sopportabile, se non dai misantropi, e non fa bene allo spirito; è – possiamo dirlo – una brutta bestia.

“Il farsi compagnia” all’interno di una coppia, quando è tramontata la passione, con i doveri e gli impegni di solidarietà reciproca che questo comporta, è, in fondo, pur sempre una forma di amore reciproco.

Soprattutto quando la cosa è vissuta con consapevolezza e come decisione condivisa.

Ma non è certo l’amore erotico; non ha più niente a che fare con l’amore erotico, che aveva caratterizzato magari la prima fase della relazione di coppia.

E, forse, non è manco l’amicizia, una vera amicizia.

Perché anche l’amicizia, perlomeno la vera amicizia, non è fatta di routine, come lo è quasi sempre il semplice “farsi compagnia”, ma è uno scoprirsi e uno scoprire continui.

© Giovanni Lamagna

Dormire, morire

Sarà (o, meglio, sarebbe) bello morire (forse, addirittura, voler morire) con lo stesso stato d’animo col quale, dopo una giornata piena di impegni e di attività, magari faticosa ma soddisfacente, se non proprio felice, si desidera mettersi a letto e sprofondare nel sonno, stanchi ma sereni, contenti, soddisfatti, se non proprio di tutto, almeno della gran parte di quello che abbiamo fatto.

© Giovanni Lamagna