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E’ vera arte?

Reputo molta arte (o cosiddetta arte) contemporanea figlia di una sorta di solipsismo e di autoreferenzialità, perché incapace di (o, addirittura, indifferente a) comunicare realmente con lo spettatore (medio) dell’opera (che si vorrebbe) artistica.

Spettatore, che, a sua volta, in molti casi, si convince del “bello” che ha di fronte, solo grazie agli effetti (mi verrebbe di dire allucinogeni e perciò manipolatori) di un mercato impazzito.

Orientato da critici ed “esperti”, più o meno interessati, che “creano”, “inventano” l’artista piuttosto che limitarsi a scoprirne e valorizzarne il talento.

Probabilmente è sempre stato così, anche in altre epoche storiche. Tanto è vero che alcuni “artisti”, esaltati in vita, oggi nessuno se li ricorda più. Ed artisti, ignorati o addirittura disprezzati in vita, sono stati riscoperti a distanza di anni e, in alcuni casi, giudicati universalmente addirittura dei geni, autori di veri capolavori.

E’ sempre stato così, ma probabilmente oggi (in un’epoca nella quale la pubblicità è in grado di inventare di sana pianta il valore delle cose, attribuendolo anche a cose del tutto effimere e, in certi casi, perfino dannose) questo succede ancora di più.

Giovanni Lamagna