Parola, silenzio, contemplazione.

Wittgenstein, nel suo “Tractatus logico-philosophicus”, si è applicato a studiare il linguaggio.

E ne ha concluso che le funzioni essenziali del linguaggio sono quelle di designare i fatti e gli oggetti e di esprimere le loro relazioni.

Il linguaggio non è capace dunque di parlare di ciò che è oltre i limiti del mondo.

Di questo territorio – che per Wittgenstein è il “mistico” (io preferisco dire il “mistero”) – non si può parlare; si deve allora tacere.

Il “mistico” non può essere espresso a parole; io aggiungerei: può essere solo contemplato.

Non a caso, forse, la contemplazione ha bisogno di silenzio; cioè di assenza di parole.

© Giovanni Lamagna

Pubblicato il 8 gennaio 2022, in cultura, Filosofia, mistica, personalità storiche, Psicologia, Spiritualità, testi brevissimi con tag , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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