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Desiderio e legge.

Solo in senso superficiale “desiderio” e “legge” sono due opposti, che confliggono tra di loro.

In senso profondo “desiderio” e “legge” non solo non sono per principio degli opposti, ma possono (anzi debbono) addirittura convivere.

Non c’è, infatti, desiderio che non debba tener conto di una legge.

Il mio desiderio di volare, ad esempio, non può prescindere dal vincolo della legge di gravità.

Poi può trovare le soluzioni tecniche per ovviarvi, ma deve tenerne conto, non può irrazionalmente eluderlo.

Allo stesso tempo non c’è legge (vera legge) che non sia in qualche modo traduzione, esplicitazione, almeno parziale, di un desiderio.

Le leggi che regolano il matrimonio presso tutte le società più o meno civilizzate sono, infatti, figlie del desiderio sessuale e del tentativo di dargli una disciplina, non di negarlo.

Se la Legge vuole semplicemente opprimere il mio desiderio, niente e nessuno può obbligarmi ad obbedirle.

Un desiderio senza legge, che voglia prescindere dalla Legge, è volontà impazzita, delirio di onnipotenza.

Una legge che non sia traduzione, per quanto regolata, di un desiderio (riconosciuto come legittimo da una comunità) è puro arbitrio, tirannia.

© Giovanni Lamagna