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Errare.
La parola “errare” può avere due significati.
Può significare “camminare, vagare, percorrere strade”.
E può significare “sbagliare, commettere errori…”.
A pensarci bene, però, i due significati hanno un punto d’incontro.
Chi cammina talvolta inciampa o sbaglia strada: commette, quindi, degli errori.
Allo stesso modo chi sbaglia è perché sta facendo delle cose, perché è in cammino.
Solo chi fa sbaglia.
Non sbaglia solo chi non fa.
Chi non cammina, chi sta fermo, non corre il rischio di commettere errori.
Però spreca la sua vita.
© Giovanni Lamagna
Dare valore alle parole.
Come si dà valore alle parole?
Innanzitutto essendo coerenti con le parole che si dicono.
E poi mantenendo la parola data agli altri.
Si dà inoltre valore alle parole nella misura in cui le si accoglie quando ce le dicono gli altri.
E le si accoglie non solo ascoltandole.
E manco solo ascoltandole con attenzione.
Che sarebbe già un buon primo passo, per accoglierle.
Ma facendosene anche eventualmente trasformare.
Laddove esse ci indicano una buona, giusta via da percorrere.
© Giovanni Lamagna