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La felicità

7 dicembre 2015

La felicità.

La felicità, la piena e totale felicità, non esiste. Non può essere raggiunta, se non per brevi istanti e di tanto in tanto.

Essa, infatti, richiede due condizioni, che è difficile, molto difficile, sussistano nello stesso momento e per tempi molto prolungati: la pace con se stessi e la pace con gli altri; l’unità interiore con se stessi e l’unità esteriore (che non è mai però solo esteriore, se è vera unità) con gli altri.

Quando, infatti, noi siamo in pace con noi stessi, quando cioè riusciamo a trovare la “nostra verità”, ad entrare in contatto con il nostro Maestro Interiore, in genere siamo costretti ad allontanarci dalla massa, ad entrare in collisione, più o meno grave, più o meno profonda, con il mondo che ci circonda.

Il cercare la propria verità presuppone, infatti, un percorso in profondità, che quasi sempre ci allontana dalla massa degli altri, che, normalmente, sui grandi numeri, preferiscono vivere alla superficie di se stessi.

Verità e solitudine sono, infatti, quasi sempre sinonimi, due esperienze coincidenti, affini, se non del tutto simili.

Se, invece, vogliamo, puntiamo innanzitutto a stare in contatto, in “unione” con gli altri, dobbiamo evitare di scendere troppo in profondità dentro noi stessi. Dobbiamo rimanere a un livello di superficie, accontentarci, ad esempio, di una conversazione che sa di chiacchiericcio, più che di un parlare vero.

Dobbiamo accontentarci di una conversazione che tenda ad evitare i problemi, perché non farlo sarebbe troppo doloroso per almeno uno dei due (non ne parliamo poi se la conversazione avviene tra più di due persone). E, quindi, se si vuole stare in pace con l’altro (ovviamente una pace del tutto apparente e superficiale) bisogna evitare di affrontare i problemi.

In questa situazione si troverà il conforto del consenso degli altri, ci si sentirà (almeno ad un certo livello) insieme agli altri e non soli, ma ci si allontanerà dalla propria verità interiore. Si sarà quindi “felici” da un lato e infelici dall’altro.

La felicità, la vera felicità, la completa felicità, si può avere solo quando per stare in sintonia, in armonia con l’altro (o con gli altri) io non devo pagare il pegno di non essere e sentirmi in unione, in armonia con me stesso. E viceversa.

Ma queste due condizioni si verificano solo molto di rado e per brevi momenti.

Ecco perché non si può essere veramente felici in maniera stabile. Lo si può essere solo per brevi momenti e di tanto in tanto: quando, come per un miracolo, l’unità con se stessi e l’unità con gli altri (che ci stanno vicini) si realizzano allo stesso tempo.

Giovanni Lamagna