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A cosa obbedisce il bisogno di scrivere.

26 luglio 2015

A cosa obbedisce il bisogno di scrivere.

Ha ragione Domenico Starnone, quando in una intervista, alla domanda “A cosa obbedisce il bisogno di scrivere?”, risponde più o meno così: “Al bisogno di mettere ordine nella propria vita.”

Starnone risponde da scrittore narratore di storie quale egli è.

Ma la stessa risposta credo possa darla un qualsiasi tipo di scrittore, anche quello che scrive di saggistica.

Anzi, forse, a maggior ragione il saggista, che scrive utilizzando il registro della pura logica, del pensiero analitico, laddove il narratore si affida piuttosto al libero fluire delle emozioni.

E, aggiungo, la stessa risposta potrebbe darla qualsiasi persona (anche quella che scrittore “ufficialmente” non si può definire, perché non ha scritto libri, né saggi, né articoli di giornali…), la quale avverta il bisogno di raccontarsi nella scrittura con l’obiettivo del tutto gratuito e disinteressato di mettere sul foglio di carta (o sulla pagina del computer) le proprie emozioni e i propri pensieri.

Anche solo per se stesso, senza far leggere a nessuno le cose da lei scritte. Come avviene, ad esempio, quando si scrive un diario.

La scrittura (qualsiasi tipo di scrittura), ancora più della parola parlata, obbedisce al bisogno/desiderio di mettere ordine nella propria vita interiore, nel mondo delle proprie emozioni, dei propri sentimenti, dei propri pensieri.

E’ un modo di comunicare con l’Altro da Sé, di mettere pace tra il Sé e l’Altro da Sé.

Giovanni Lamagna