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Banalità, superficialità e presunzione.
Mi ritrovo talvolta a dire o scrivere cose che (ne sono perfettamente consapevole) sono (o dovrebbero essere) scontate; e, quindi, sono (o possono apparire) banali.
Perché lo faccio allora?
Perché osservo che il livello di consapevolezza di sé (almeno sui grandi numeri) è talmente basso e superficiale da rendere necessario (e si spera utile, almeno in qualche caso) ricordare cose che in sé sono oggettivamente scontate e, quindi, banali.
Anche (anzi proprio) a coloro che con grande sufficienza, saccenteria e, perfino, ricorrendo all’ironia e al sarcasmo, ascoltandole o leggendole, (già lo so) le bolleranno immediatamente (e altrettanto superficialmente) come banali e scontate.
Come se per loro fossero davvero scontate e banali.
Cosa che – proprio a giudicare dalle loro reazioni – a me non sembra affatto.
© Giovanni Lamagna