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L’unione sessuale come conoscenza

Nel linguaggio biblico le espressioni “unione sessuale” o “rapporto sessuale” vengono rese col termine “conoscenza”.

“Adamo conobbe Eva sua moglie…” (Genesi; 4; 1-2)

“Conoscere” è, infatti, la traduzione più corretta del termine semitico “jadac”.

Che, nel linguaggio biblico, non significa soltanto una conoscenza meramente intellettuale, ma anche un’esperienza concreta.

Nel caso dell’atto sessuale un’esperienza corporea.

Tutta una serie di successivi testi biblici parlano con la stessa terminologia. E ciò fino alle parole pronunziate da Maria di Nazaret nell’annunciazione: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Luca; 1,34).

Qualcuno attribuisce questa identificazione dell’espressione “unione sessuale” col termine “conoscenza” alla povertà della lingua arcaica, che spesso utilizzava le stesse parole o espressioni per definire cose o fatti differenti.

E, tuttavia, quand’anche questa identificazione fosse figlia di una povertà lessicale, essa paradossalmente esprime una grande profondità di significati.

Sta a significare, a mio avviso, almeno sei cose:

1. l’atto sessuale non è una pura e semplice congiunzione di corpi;

2 l’unione sessuale non obbedisce soltanto alla pura pulsione istintuale;

3. attraverso l’unione sessuale avviene una vera (e non soltanto metaforica) conoscenza tra le due persone che si uniscono;

4. questa conoscenza ha una sua specificità, perché va oltre la pura fisicità, oltre la pura emozionalità/sentimentalità e va oltre anche la pura intellettualità. Nell’atto sessuale, infatti, si realizza (o. meglio, può realizzarsi) una conoscenza che in qualche modo fonde le tre dimensioni fondamentali dell’essere umano: quella corporea, quella emozionale/affettiva e quella intellettuale;

5. In questo senso, la “conoscenza”, di cui parla la Bibbia per indicare “l’unione sessuale”, diventa una vera e propria conoscenza spirituale, che è affine (o può essere affine) all’esperienza mistica. Non a caso il tantrismo fonda sulla sessualità la sua spiritualità e il suo misticismo di vera e propria religione laica.

6. Questo tipo di conoscenza, infine, è (o, meglio, può essere, non è scontato che sia) senza limiti, senza confini. Nel senso che può rinnovarsi, accrescersi e approfondirsi ogni volta di più, attraverso la replica dell’atto, proprio quando questo è espressione di un vero desiderio di conoscenza; e non la pura e meccanica ripetizione dello “stesso”.

© Giovanni Lamagna