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Lettura e vita.
Per parecchi di noi molte delle cose che stanno scritte sui libri sono vere.
Quando le leggiamo, le riconosciamo (non possiamo fare a meno di riconoscerle) come vere, almeno in teoria.
Talvolta arrivano perfino ad emozionarci; in certi casi dal profondo dell’anima.
Ma esse stanno scritte sui libri e restano scritte sui libri, separate da noi, dal nostro vissuto reale.
Non entrano, quindi, se non molto superficialmente, nella nostra vita concreta, quella di tutti i giorni: le restano sostanzialmente estranee.
E, pertanto, non la trasformano minimamente, ma la lasciano inalterata, immodificata.
Insomma, scivolano su di noi, come l’acqua sulla pietra dura.
In questo caso, a che è servita, a che serve, la lettura?
© Giovanni Lamagna