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Eziologia delle nevrosi: metapsicologica o biologica?

Nel suo libro “I freudiani eretici” (Ponte alle grazie; 2020), Michel Onfray così scrive a pag. 118:

“Reich non comprende come si possa ignorare questa duplice lezione (del neurologo francese Charcot e del medico viennese Chrobak): le nevrosi sono causate da una sessualità insoddisfacente o inesistente.

La loro eziologia non ha nulla a che vedere con la metapsicologia freudiana, in altre parole: con l’eredità primitiva trasmessa per filogenesi, il complesso di Edipo, e altri dogmi che tirano in ballo l’angoscia di castrazione, la scena primordiale infantile, o la teoria della seduzione.

La sessualità non è questione di psichismo, ma di biologia inscritta in un mondo reale, concreto, vero – e non nel cielo delle idee freudiane.

Reich rifiuta il lettino nello studio prospero (qui allude allo studio per alto borghesi di Freud al 19 della Berggasse di Vienna) e scende per strada: la questione sessuale implica una risposta politica.

Vorrei commentare questo passaggio del libro di Onfray ed esprimere alcuni miei distinguo rispetto alle tesi che vi sono espresse, distinguo che in alcuni casi sono veri e propri dissensi. Il libro è per altri versi molto interessante.

1.E un po’ banale e semplicistico affermare che “le nevrosi sono causate da una sessualità insoddisfacente o inesistente.”

Sia chiaro, credo anche io che le nevrosi, tutti i tipi di nevrosi (quale più, quale meno), abbiano a che fare con la sessualità.

Non credo, però, affatto che una psicoterapia possa curare e guarire le nevrosi spingendo semplicemente il paziente a vivere una vita sessuale soddisfacente.

Perché, se fosse questa la soluzione (semplice) di tutti i suoi problemi, sono sicuro che il paziente ne porrebbe subito, immediatamente un altro di problema: come faccio a vivermi la mia sessualità, se non ne sono capace, se mi sento bloccato sessualmente?

Si innescherebbe a questo punto e con tutta evidenza un circolo vizioso irresolubile.

2. La metapsicologia di Freud, su cui Onfray ironizza spessissimo, considerandola campata puramente in aria, a questo punto recupera pienamente la sua funzione.

Il recupero nella memoria dei traumi subiti nell’infanzia (che hanno provocato complessi, angosce, ingannevoli seduzioni… e bloccato, quindi, in maniera più o meno grave, la sfera e le funzioni sessuali) mira proprio a sbloccare tali funzioni e a rendere possibile e soddisfacente una vita sessuale prima insoddisfacente o addirittura del tutto inesistente.

Che non sarebbe possibile senza la emersione, il passaggio dall’inconscio al conscio, dei ricordi legati ai traumi vissuti nell’infanzia e la conseguente presa di consapevolezza dei blocchi psichici venutisi a creare e da sciogliere, eliminare con il lavoro dell’analisi.

3. Questa seconda riflessione è la premessa per sostenere che la sessualità umana, pur avendo una indubbia e ovvia radice biologica, non si riduce però alla pura e semplice biologia, ma ha a che fare anche (e non poco, anzi moltissimo) con lo psichismo; contrariamente a quanto invece sostiene Onfray.

4. D’altra parte, se non fosse così, se la sessualità umana avesse a che fare semplicemente con la biologia (col mondo concreto, come dice Onfray, quasi che il mondo psichico fosse per lui da collocare nel “cielo delle idee”), non avrebbe senso neanche il richiamo di Reich a dare alla “questione sessuale… una risposta politica”.

Se la sessualità umana si risolvesse (come quella animale) tutta nella biologia, essa non soffrirebbe mai di blocchi nevrotici.

E, quindi, non solo non avrebbe bisogno (almeno in certi casi) di psicoterapie, ma ancora meno avrebbe bisogno di “una risposta politica”.

A quanto mi consta, infatti, gli animali (che hanno una vita puramente biologica) non soffrono di nevrosi e non fanno ricorso alla politica.

© Giovanni Lamagna