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Leggere è meditare.
Nella vera lettura le parole penetrano in noi profondamente, non ci scivolano addosso, come acqua sulla pietra.
Le emozioni, i sentimenti e i pensieri, che ci raggiungono mentre leggiamo, diventano carne della nostra carne e, in qualche misura, più o meno grande, ci trasformano.
La vera lettura è in fondo sempre una meditazione delle cose lette.
E meditare è come mangiare.
Mangiare non è solo ingurgitare il cibo, ma anche, anzi soprattutto, digerirlo, assimilarlo.
Non a caso il cibo non digerito, non assimilato, dopo un po’ viene espulso (vomitato) dal nostro organismo, che lo sente estraneo a sé e, quindi, lo rifiuta.
Allo stesso modo leggere non è solo far scorrere delle parole sotto i nostri occhi, ma anche, anzi soprattutto, farle entrare dentro di noi, assimilarle, in qualche modo digerirle.
Altrimenti non stiamo davvero leggendo; stiamo solo vivendo un passatempo come un altro, più o meno frivolo e superficiale.
© Giovanni Lamagna
Leggere e meditare
Oggi mi torna alla mente un pensiero che ho già fatto tante volte.
Ma, come ben sappiamo, “repetita iuvant”; soprattutto a se stessi.
Leggere senza meditare le cose che leggiamo è come ingerire cibo senza masticarlo; o, peggio, senza digerirlo.
© Giovanni Lamagna