Meglio una “buona” morte che una cattiva vita.

Sono dell’idea che bisogna curare la malattia fin quando ne vale la pena.

Fin quando cioè il piacere di vivere supera ancora la fatica di vivere.

Quando invece la cura aggiunge pena a pena, nel senso che la cura rende la vita ancora più dolente di quanto non lo sia diventata già per la malattia, meglio (io credo) lasciarsi andare verso la morte.

Anzi (forse) meglio, con una decisione volontaria, anticiparla (la morte), ponendo fine ai propri giorni.

Meglio (forse) una “buona” morte (scelta) che una cattiva vita (subita)!

© Giovanni Lamagna

Pubblicato il 18 novembre 2022, in cenni autobiografici, costume, Psicologia, Spiritualità, testi brevissimi con tag , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 3 commenti.

  1. A patto che sia una scelta volontaria, non imposta.

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