Sesso e intimità.

9 ottobre 2016

Sesso e intimità.

Il sesso può essere un formidabile fattore di intimità tra due persone.

Può, ma non è detto che lo sia necessariamente.

Anzi il sesso può mascherare addirittura un’assenza di reale rapporto o un rapporto in cui l’intimità (quella vera, quella profonda) è debole.

I rapporti sessuali rapidi, veloci, consumati in fretta, le cosiddette “sveltine, ne sono un esempio, un indicatore.

L’intimità, infatti, suppone un’apertura, una messa in discussione di sé, un affrontare i rischi e perfino le paure che ogni apertura all’altro comporta.

Che non sono l’equivalente dell’incontro dei corpi, del loro sfregamento, della loro congiunzione e manco del piacere (perfino quando è grande) che ad essi è legato.

Il sesso è, dunque, un formidabile fattore di intimità tra due persone, ma solo se questa è innanzitutto psicologica, un’intimità di anime.

E qui non mi sto riferendo affatto all’intimità dell’amore platonico, a quello tutto spirituale ed angelicato del dolce stil novo o a quello nettamente sbilanciato sul sentimento/passione del romanticismo.

No, qui io mi riferisco proprio all’intimità fisica, corporea, sessuale. Quindi intrinsecamente erotica, libidica, istintuale, carnale.

All’intimità che non ha veli innanzitutto di fronte ai propri desideri. Che non se li nasconde. Che non se li inibisce, ancor prima che essi affiorino ad un minimo di consapevolezza.

Che è capace di fare i conti con le proprie paure profonde, con i propri atavici retaggi superegoici e con i sensi di colpa che da questi originano.

L’intimità che è capace di guardarsi dentro, quindi di fare intimità prima di tutto con se stesso/a, prima che con l’altro/a. Di denudarsi prima di tutto di fronte a sé, dentro di sé. E poi di fronte all’altro/a, col corpo.

L’intimità che è capace di confrontarsi e scontrarsi coi mostri che tendono a deprimere il nostro desiderio, a farcelo vivere come una colpa, a delimitarcelo. Stabilendo un confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è.

L’intimità che arriva a comprendere che l’amore sessuale è innanzitutto un gioco, dove tutto è permesso, tutto deve essere permesso, se vuole superare se stesso, se vuole trascendersi in continuazione, se vuole crescere.

Altrimenti diventa routine e, quindi, noia.

Un’intimità nella quale sono permesse le fantasie, anche le più perverse (perverse poi rispetto a chi, a che?), sono permessi i feticismi, se sono funzionali all’eccitazione, sono permessi i desideri di tradimento del partner, la gelosia è quindi bandita, perché inibisce e blocca il gioco.

E, anche qui, non si deve intendere il gioco come qualcosa di poco serio, di frivolo, di futile. Il gioco, infatti, sosteneva Umberto Eco, corrisponde a uno dei cinque bisogni fondamentali dell’essere umano, assieme a quello di nutrirsi, di riposare, di ricevere affetto, di “chiedersi perché”. E, quindi, è una cosa profondamente seria.

L’unica cosa che non è permessa, consentita in questa intimità, nella quale tutto è permesso, perché ciò consente di sperimentare i limiti e di superarli, è la violenza. Come in tutti i giochi del resto.

Chi non acconsente all’intimità del gioco sessuale certamente lo fa per ragioni nevrotiche, di cui non è cosciente. E, quindi, manco responsabile.

Ma questo non cambia il dato di realtà.

Chi non acconsente al gioco dell’intimità sessuale si sta negando all’intimità stessa tout court, impedisce al rapporto di avanzare verso territori ancora sconosciuti, impedisce in buona sostanza al rapporto di crescere, di progredire.

Il problema quindi non si ferma al sesso, alla dimensione sessuale. Ma investe il rapporto nel suo complesso, nella sua totalità.

Un rapporto che si blocca nella sua dimensione sessuale in realtà si blocca anche nelle altre dimensioni.

Non tutti sono disposti ad ammetterlo. Anzi i più dicono: sì, è vero, non facciamo tanto sesso, ma il nostro rapporto è cresciuto sotto altri aspetti ed è solido.

Io la penso diversamente. Penso che un rapporto che si nega il sesso o che è debole sul piano sessuale sia un rapporto fragile, debole, anche sotto gli altri aspetti. La debolezza sessuale è, quasi sempre, la spia di una debolezza più generale.

Giovanni Lamagna

Pubblicato il 9 ottobre 2016, in Psicologia, sessualità, società con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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