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Genio e malinconia
Per Schopenhauer “il genio è affine alla melanconia”.
Per Aristotele “tutti gli uomini di genio sono malinconici”.
Sono d’accordo, ma solo in parte.
Perché è vero che i melanconici sono particolarmente portati alla riflessione e alla meditazione; forse perché nella riflessione e nella meditazione trovano riparo, almeno momentaneo, per sfuggire alla loro triste e dolorosa condizione.
Ho avuto modo, però, di conoscere uomini che associavano l’ingegno alla serenità d’animo e, perfino, a buone dosi di umorismo; segno, a mio modesto avviso, che genio e allegria, persino genio e gioia di vivere, non sono del tutto incompatibili.
© Giovanni Lamagna