Religioni e linguaggio laico.

Anch’io – come Habermas (vedi Micromega 1/2019; pag. 162) – penso che sia possibile una “traduzione” dei contenuti delle religioni in argomenti e in un linguaggio laico.

Prendere, in altri termini, ciò che è ancora valido dei messaggi religiosi e lasciare andare, abbandonare, ciò che di essi è oramai caduco, inaccettabile.

© Giovanni Lamagna

Pubblicato il 7 Maggio 2022, in personalità autorevoli, Religione, Spiritualità, testi brevissimi con tag , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.

  1. Concordo.
    Anche Gandhi in parte traduceva i contenuti delle varie religioni, prendendo ciò che riteneva buono.

    Gandhi. Mahatma. Grande Anima.
    Ecco una parte del capitolo dedicato a Gandhi, dal libro “Anima Mundi” di Max Strata :
    “Per comprendere il mahatma (la “grande anima” come lo definì l’amico Rabindranath Tagore), la sua straordinaria importanza storica, la nettezza delle sue idee e delle sue pratiche, è fondamentale considerare la centralità del credo religioso nel suo pensiero, induista sì ma aperto alle altre fedi, a quanto di positivo egli vedeva negli esseri umani che aspirano ad elevare se stessi nella comunione con il proprio Dio. Una visione insita nell’ahimsa che nel rispetto della propria religione insegna il rispetto di tutte le altre ammettendone l’imperfezione in quanto, secondo lo stesso Gandhi, “la religione è nell’essere umano e l’essere umano è imperfetto.” Abbracciando questa pluralità egli ha
    espresso un’idea panteistica che nel solco delle tradizioni indiane conduce ad affermare che Dio è la somma totale di tutto ciò che vive e che per cogliere l’essenza dell’universale e onnipresente spirito della verità, è fondamentale identificarsi con ogni essere vivente. Agli amici cristiani confermò che era convinto che il nucleo concettuale del Vangelo non era poi così diverso dagli insegnamenti dell’induismo, del jainismo e del buddhismo, sostenendo che la verità corrisponde alla legge dell’amore, semplice, chiara e accessibile a tutti, una volta che l’animo umano ha intrapreso il suo percorso di liberazione dalle oscurazioni che impediscono di vedere la realtà ultima delle cose.
    Un’idea che divenne una gioiosa pratica nella Tolstoj Farm, la prima comune da lui fondata in Sud Africa dove vivevano indù, musulmani, cristiani e parsi, e dove indistintamente si pregava e si leggevano testi sacri delle diverse confessioni in uno spirito di concordia religiosa.”
    – Gianni Tiziano

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