Credo quia absurdum?

Affermare “credo quia absurdum” ritengo sia una contraddizione in termini.

Infatti, se Dio esiste, è senz’altro Lui che ci ha donato l’intelletto, il raziocinio.

Ora, se Dio ci ha dotati di intelletto, è evidentemente perché lo usiamo, non certo perché lo neghiamo.

Come si può quindi affermare l’esistenza di Dio, mettendoci sotto i piedi la ragione di cui egli stesso ci avrebbe dotati?

© Giovanni Lamagna

Pubblicato il 26 marzo 2021, in cultura, Filosofia, Psicologia, Religione, Spiritualità con tag , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.

  1. Salve Giovanni,
    la leggo spesso con molta curiosità; trovo i suoi scritti molto interessanti e il suo modo di pensare fuori dalla normalità, il che, l’essere fuori dalla normalità, personalmente lo considerò un bene, una cosa bella, un dono.
    Anch’io scrivo molto, anche se ultimamente ho smesso di pubblicare: che pubblico a fare io, un ignorantello qualunque, quando Mostri Sacri della scrittura del passato oggi vengono completamente ignorati mentre piccoli e abili commercianti pseudo-scrittori di questo per me sì “assurdo” contemporaneo pubblicano e vendono migliaia di scritti che personalmente non leggo perché incapace di leggerli in quanto se anche provassi a leggerli dopo mezza pagina mi prenderebbe un’irrefrenabile ridarola causata dalla loro diffusa e tristemente nota pretesa di serietà? (“il lavoro è una cosa seria!”, direbbero scandalizzati dalla mia ridarola. Peccato che, come scrisse Pessoa, “scrivere non è un lavoro ma una vocazione” …ma loro, che ne sanno di vocazione?)
    Oggi ho deciso di scriverle, il che va un po’ contro la mia natura di orso, e di commentare questo suo post.
    “Credo in Dio in quanto non esiste. Son religioso, son devoto in ginocchio davanti all’assenza; come sono in ginocchio davanti alla donna, se è assente. Se mi si presenta, addio vita nova” Così, più o meno, una volta disse Carmelo Bene. Anch’io credo in Dio in quanto non esiste. Se esistesse, se domani un dio qualsiasi decidesse di darci le prove scientifiche e materiali della sua esistenza, smetterei anche di credere in Dio. Per cui, personalmente, non trovo assurdo “credo quia absurdum”. Per esempio, si dice che la giustizia esiste. L’essere umano ne è da sempre convinto: chiede giustizia quando subisce un torto, fa rivoluzioni in nome della giustizia, condanna in nome della giustizia: l’essere umano crede nella giustizia perché è convinto di vederla; è convinto che la giustizia c’è. Allora deduco che credere nella giustizia non sia per niente assurdo. È razionale, in effetti. Ma io, che come Carmelo Bene credo in ciò che non si riesce a vedere, e che perciò non esiste, non credo in questa visibile giustizia proprio perché è visibile, tangibile, ingiustamente reale! Credo invece in un’altra giustizia, in un qualcosa che ancora non ha nome perché non esiste e non è neppur materia della teologia dei teologi, teologi che invece esistono e proprio perché esistono non credo in loro. M’inginocchio quotidianamente volentieri davanti a questa invisibile e sconosciuta giustizia in cui credo. Altrimenti, “addio vita nova”… In conclusione: e se invece credere nell’assurdo fosse la massima espressione della ragione che Dio ci ha donato? 😉

    Complimenti per quanto quotidianamente scrive.

    Un saluto,
    The Anonymous Hood

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    • Scusi il ritardo… ma non leggo subito i commenti che mi vengono su questo sito… La ringrazio dei suoi apprezzamenti e spero che il nostro dialogo possa continuare in futuro… Buona vita!… anzi buona vita nova!

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